A cura della dott.ssa Maria Pia Rongione

Volete contribuire a vivere a lungo e in salute? Allora non dimenticate mai spazzolino, dentifricio, filo interdentale e colluttorio: una cattiva igiene orale aumenta non soltanto il rischio di infarto, ma anche la probabilità di avere un ictus emorragico o piccoli sanguinamenti cerebrali che aprono la strada alla demenza.

Che vi fossero strette correlazioni tra la malattia parodontale e alcune malattie sistemiche e dvkkin particolare eventi vascolari, è patrimonio acquisito della scienza medica ormai da tempo, ma recenti studi dell’Università di Seul (Corea del Sud) presentati in un convegno tenutosi in San Diego, hanno portato nuovamente alla ribalta prepotentemente queste correlazioni.

Lo studio dell’università coreana ha fatto emergere che la malattia parodontale si associa in modo significativo all’incidenza del rischio di Ictus Ischemico. In termini percentuali, stando ai risultati degli studiosi coreani, il confronto con i classici fattori di rischio (ipertensione, diabete, in primis) e la malattia parodontale è pari alla ipertensione e doppia rispetto al diabete tanto che gli stessi ricercatori di Seul classificano la parodontite come un fattore di rischio primario per gli eventi cerebrovascolari.

Questo dato, piuttosto impressionante, sottolinea la gravità del rischio vascolare cerebrale che conduce ad un alto rischio di disabilità e morte. Per questo il mondo medico, ormai da anni, attenziona la malattia parodontale ponendo l’accento sulla sua prevenzione e cura.

Una cattiva igiene orale aumenta non soltanto il rischio di infarto, ma anche la probabilità di avere un ictus emorragico o piccoli sanguinamenti cerebrali che aprono la strada alla demenza. Lo dimostra uno studio giapponese pubblicato sulla rivista Scientific Reports dai ricercatori del Cerebral and Cardiovascular Center di Osaka.

Sotto la loro lente è finito un particolare batterio responsabile della carie, lo Streptococcus mutans: normalmente presente nella bocca di una persona su dieci, pare essere molto più diffuso tra i soggetti colpiti da sanguinamenti cerebrali. I ricercatori giapponesi lo hanno trovato nel 26% dei pazienti colpiti da ictus emorragico e in gran parte delle persone con microsanguinamenti cerebrali.

Il legame che unisce la salute delle gengive a quella del cervello è ancora tutto da chiarire, ma i ricercatori pensano che lo Streptococcus mutans presente nella saliva possa entrare in circolo nel sangue finendo per “aggrapparsi” ai vasi sanguigni del cervello: se le loro pareti sono già indebolite dall’età e dalla pressione arteriosa troppo alta, allora rischiano di rompersi generando un’emorragia.

«Lo studio dimostra che la salute della bocca è importante per la salute del cervello», affermano i ricercatori.

«Le persone devono imparare a prendersene cura, perché questo non porta benefici solo ai denti – aggiungono – ma anche al cuore e al cervello».

Ma cos’è questa malattia parodontale e come prevenirla prima ancora di curarla?

La malattia parodontale è una di origine batterica e riguarda l’apparato parodontale costituito dagli elementi di supporto dei denti (osso alveolare, quella parte di osso in cui sono infissi i denti; il legamento alveolo dentale, sottili cordicelle che tengono “legato” il dente all’osso alveolare; cemento radicolare, la sostanza che ricopre la radice del dente e la gengiva).

La prevenzione di questa malattia consiste nell’effettuare le manovre di igiene che il dentista o l’igienista avranno avuto cura di spiegare nel dettaglio al paziente. Spazzolino, filo interdentale, eventuali colluttori ecc. usati secondo schemi personalizzati sono le armi più efficaci.

Per il trattamento delle lesioni parodontali esistono una serie di procedure cliniche più o meno complesse e radicali che, caso per caso, saranno scelte dal dentista per restituire ai denti e al suo apparato di sostegno salute e stabilità. Come per tutte le patologie anche nel caso della parodontopatia la diagnosi precoce facilita l’intervento per cui la raccomandazione primaria è quella di sottoporsi a visite periodiche almeno annuali di modo che lesioni, anche iniziali, non passino sotto silenzio tanto più che di recente sono stati introdotti nella pratica odontoiatrica due esami di laboratorio che consentono una diagnosi di parodontopatia personalizzata ed attendibile. Questi due strumenti diagnostici sono un Test microbiologico e un Test genetico.

Il Test microbiologico si esegue andando a ricercare la quantità relativa dei batteri nel solco gengivale e fornisce le informazioni necessarie per una terapia mirata non solo chirurgica ma anche farmacologica. Il Test genetico consiste nel ricercare, in un campione di saliva, una sostanza (interleuchina 1alfa) che è associata costantemente con le lesioni parodontali e ci indica la predisposizione di quel tale soggetto a formare le cosiddette tasche gengivali proprie della malattia dando informazioni anche in ordine alla gravità della stessa. Concludendo possiamo dire che per la prevenzione dell’Ictus tra i fattori di rischio modificabili oltre l’ipertensione, il fumo, l’ipercolesterolemia, l’obesità, l’abuso di alcool ecc. c’è anche l’igiene orale efficace nel prevenire la malattia parodontale meglio conosciuta come “piorrea” che tanta parte ha nel temibile Ictus.

Fondamentale è la cura quotidiana dell’igiene orale, ancora più efficace se accompagnata da visite semestrali.

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