Protocollo Operativo
I protocolli operativi sono quindi finalizzati a garantire che l’impianto appena inserito sia stabile, non contaminato, e circondato da tessuti vitali. La stabilità primaria viene di regola mantenuta evitando il carico protesico sugli impianti per qualche mese, anche se oggi, in particolari circostanze, è ammesso il carico protesico anche sugli impianti appena inseriti, purché questo non determini micromovimenti dell’impianto all’interno dell’osso.
Le fasi dell’intervento sono:
• allestimento di un lembo di accesso mucoperiosteo,
• preparazione delle sedi implantari con strumenti e tecniche idonei ad evitare il surriscaldamento dell’osso e a garantire la successiva stabilità primaria dell’impianto,
• inserimento dell’impianto,
• riposizionamento del lembo mediante suture stabili, al fine di ottenere una guarigione per prima intenzione.
Il lembo deve essere progettato in modo tale da garantire un accesso visivo e strumentale adeguato senza interferire con strutture anatomiche contigue. Il lembo deve poter essere mantenuto divaricato facilmente durante tutto l’intervento, senza subire trazioni o compressioni eccessive, deve avere una vascolarizzazione sufficiente e deve poter essere fissato nella sua posizione, alla fine dell’intervento, senza tensione.
La preparazione delle sedi implantari richiede l’uso di frese calibrate, in perfetta efficienza, con diametri crescenti, usate a bassa velocità sotto abbondante getto di soluzione fisiologica. Il foro ottenuto deve avere una forma complementare a quella dell’impianto, ma di dimensioni appena inferiori, in modo da garantire la stabilità primaria. La discrepanza dimensionale è tanto più necessaria e accentuata quanto minore è la densità ossea.
L’inserimento dell’impianto deve essere effettuato evitando accuratamente ogni contatto con i tessuti molli circostanti (divaricazione attenta). Per evitare il contatto fra la superficie implantare destinata a interfacciarsi con l’osso e i guanti l’impianto viene portato nella sua sede servendosi di appositi strumenti per il trasferimento, fissati alla parte coronale dell’impianto.
La sutura permettere di richiudere i lembi mantenendo le condizioni di asepsi ed evitando la contaminazione dell’impianto.
L’inserimento dell’impianto deve essere eseguito con procedimenti atti a escludere la contaminazione batterica (contatto con oggetti non sterili, incluse le mucose orali del paziente) e chimica (guanti anche se sterili, tessuti molli, etc.).
Impianto
L’impianto deve essere sterile al momento dell’uso. La sterilità, come le caratteristiche merceologiche dell’impianto, è oggi garantita dalle normative europee, che impongono un marchio di conformità (CEE), il quale però non garantisce l’affidabilità clinica del sistema implantare. Questa deve essere convalidata da studi clinici longitudinali, a medio e, preferibilmente, a lungo termine, pubblicati su riviste controllate da un comitato di lettura e recensite dagli organi internazionali.
L’odontoiatra ha il compito di accertarsi che gli impianti che utilizza rispondano a tali caratteristiche.
Operatore e assistenti
Tutto il personale presente in studio deve indossare mascherina e cuffia. Lo strumentario deve essere sterile e l’operatore deve indossare guanti sterili, come l’assistente. L’impianto e le componenti sono confezionati sterilmente, con doppio involucro per permettere il passaggio dall’assistente non sterile all’assistente con guanti sterili.
La sterilità del vassoio può essere facilmente mantenuta sfruttando lo stesso principio con la tecnica del doppio telo. Il telo esterno permette all’assistente non sterile di prelevare il vassoio